domenica 1 settembre 2019

Perché sei qui Morpheus?

Sentii distrattamente un'intervista alla tv mentre perparavo la cena.
Un medico di cui non ricordo il nome  veniva intervistato riguardo il sonno.
Fu da quella sera che mi appassionai all'argomento, probabilmente perché ancora avvolto da mistero.
Sì perché è giusto sapere che gli studiosi del sonno vengono visti dalla scienza medica come figli di un dio minore. E ad oggi in tutto il mondo non esiste ancora uno studio a larghe intese volto a capire perché sia necessario dormire. 
Gli unici ad aver approfondito l'argomento sono i rappresentanti dell'esercito americano, ma il loro intento è volto soprattutto a trovare metodi che rendano efficienti i soldati anche con poche ore di sonno alle spalle. 
Ma questo a noi non interessa.
Noi vogliamo sapere perché non si sia ancora capito come mai ogni sera "muoriamo" per "risorgere" la mattina dopo e sentirci meglio di quando ci siamo coricati.
Di certo non si ha neccessità di addormentarsi solo per riposare, dato che basterebbe sedersi o coricarsi perché questo avvenga.
Altrettanto vero è che (come dicevano gli antichi greci) "i sogni son figli del sonno" e che si sogna per gran parte della notte e non solo nella fase R.E.M. come si è pensato a lungo. La quantità di tempo in cui si sogna diminuisce man mano che ci depriviamo di ore di sonno, magari per lavorare più a lungo o per divertimento. E in questi casi diventa anche più difficile ricordarli.
Sappiamo che abbiamo bisogno del sonno e che se proviamo a resistergli alla lunga ne saremo vinti.
Sappiamo che nella fasi di sonno R.E.M. (detto anche ad onde lente) il nostro cervello è attivo come quando siamo svegli, ma i nostri muscoli volontari risultano paralizzati.
Gli studi si sono rivolti anche al mondo animale per dipanare la matassadi dubbi di quello umano. Tutti i mammiferi e tutti i volatili dormono. 
I delfini dormono con metà del cervello vigile, stessa cosa fanno i germani che si trovano a capo e in coda ad una fila durante le ore di sonno. 
Ma se pensiamo agli animali i misteri al tempo stesso si infittiscono, dato che quando si dorme si rimane per lungo tempo immobili e quindi si diventa facili prede.
Perché allora la natura ha elaborato il sonno? 
"Se non ha alcuna funzione vitale", ha detto lo studioso Allan
Rechtschaffen, "allora il sonno è il più grosso errore che l'evoluzione abbia mai fatto".

Un'idea che ci detta il buon senso (e che le ultime teorie sembrano avallare) è che il sonno sia necessario al cervello. 
Non è forse vero che ci si sente meglio dopo una nottata di riposo?
Ad Harvard sono stati fatti alcuni esperimenti su studenti volontari: si è scoperto che nel sonno il cervello cerca di affidare alla memoria a lungo termine le cose apprese durante la veglia.
Si è inoltre scoperto che verrebbero eliminate le connessioni tra sinapsi non necessarie, come se il sonno ci aiutasse a ricordare ciò che è importante e a dimenticare quello che non lo è.
Altri studi non ancora confermati indicano un rafforzamento delle difese immunitarie ed un aiuto a combattere le malattie infettive.
Discorso inverso quando dormiamo poco e male.
Sappiamo che se veniamo privati del sonno alla fine muoriamo.
Ma non si sa ancore il perché, visto che non vi è alcuna traccia manifesta che possa giustificare il decesso. Niente organi danneggiati. Si ha come la sensazione che si sia morti per sfinimento.
William Dement, uno degli scopritori della fase Rem,  dopo 50 anni di ricerca sul sonno, alla domanda perché dormiamo? risponde: "Per quanto ne so l'unica ragione scientificamente provata per cui abbiamo bisogno di dormire è che ci viene sonno".

mercoledì 28 agosto 2019

A volte basta chiedere

Pochi giorni e anch'io, come molti, tornerò al lavoro.
Se dovessi immaginare la scena di un film per dare un'idea di quale sia il rapporto tra me e la mia occupazione, sceglierei la parte iniziale di Fine di una storia, in cui Ralph Fiennes sta scrivendo a macchina. E ciò che scrive è: "Questa è la storia di un odio."
So di essere in buona compagnia a riguardo.
E altrettanto bene so che, specie di questi tempi, bisognerebbe stare attenti a non sputare nel piatto dove si mangia.
Ma questa è la pura e semplice verità: un odio.
Odio che negli ultimi anni è stato gestito via via sempre meglio per fortuna. Lui ha plasmato me, ed io sono riuscito  a mettergli almeno le redini.
La prima settimana sarà, come da copione, piuttosto difficile; poi quella splendida macchina chiamata cervello mi verrà in soccorso con espedienti che solo lei sa escogitare. 
Sino al prossimo periodo di ferie...
Ci sarebbero ore e fiumi di parole da spendere sul perché non abbia cambiato lavoro per inseguire quelle inclinazioni che mi condurrebbero in un'isola più felice .
Ma sarebbe noioso farlo oltre che inutile.
Quello che invece ritengo utile è la condizione che ho raggiunto nonostante e anche grazie a quell'odio.
Ho imparato a discernere e a non fare di tutta l'erba un fascio; a non mantenere lo stesso stato d'animo negativo figlio delle ore passate al lavoro, anche nel tempo trascorso con le persone importanti (me stesso incluso).
E per questo regalo ricevuto ringrazio l'Universo a cui (se ci penso bene) è bastato solamente chiedere, ed in men che non si dica... ho ricevuto risposta.